domenica 24 maggio 2015

Disegnare un albero

Il post nasce da una lettura dell'omonimo testo di Bruno Munari, edito da Corraini, per poi svilupparsi in un percorso didattico rivolto alle classi prime della scuola media.

Come disegnare un albero? é la domanda che ci pone Munari e che ho posto ai miei studenti.
Loro sono soliti ricorrere all'uso delle stereotipo per disegnare quello che nella loro immaginazione è un albero. Un tronco solitamente marrone con una chioma verde.
Ma il punto del percorso didattico sta proprio nel cercare di abolire l'uso dello stereotipo per potare i discenti a una osservazione più attenta e successivamente a una interpretazione di quello che è un albero.

Siamo partiti, seguendo il suggerimento che Munari ci dona nel suo libro.
Tutti sappiamo disegnare le lettere dell'alfabeto, giusto? Tutti a scuola, sin dalla prima elementare imparano a disegnare una A, una B, una C e via così fino ad arrivare alla Y, ma anche alla M, alla H e alla W.
Bene. Osserviamo ora un albero con attenzione. Questo dapprima cresce da un germoglio, una piccola stanghetta come una. Inizia poi a fare il primo fiore e a dar vita ad altri piccoli rametti che si aprono come un V. Aggiungiamo questa V alla I e otteniamo una Y. Non è forse questo lo schema che costituisce lo scheletro di un albero?

Bruno Munari, disegno tratto da Disegnare un albero, Corraini edizione

Bruno Munari, Lo schema dell'albero a Y, disegno tratto da Disegnare un albero, Corraini edizione

Una volta analizzato questo, si parte con il disegno! ...ma prima bisogna imparare una regolina: quando cresce l'albero, ogni ramo che segue è sempre più sottile di quello che lo precede.

Disegno di Carlotta, I media
Se è vero che l'albero quando cresce ha tante Y che si aprono una sopra l'altra, sempre più lunghe e sottili man mano che si va verso l'alto, è pur vero che l'albero ha forme e linee diverse a seconda di dove cresce.

L'albero può crescere anche con la linea curva

...oppure può crescere con il tronco inclinato se la zona è fortemente ventosa, o avere i rami che cadono in giù se è un salice piangente...
Imparare a disegnare un albero allora non è così difficile se si seguono queste piccole regole. In questo modo si abolirà lo stereotipo e si insegnare a osservare la natura nonché a schematizzarla con dei segni.

Un albero però può anche essere interpretato. Molti artisti lo hanno fatto. 
Il passo successivo è allora mostrare loro come un albero possa essere semplificato con dei pochissimi tratti essenziali. Basta guardare al lavoro di Mondrian e all'analisi dell'albero che ha fatto.

Piet Mondrian, Albero grigio

Si insegnerà allora a semplificare la figura senza far perdere quelle che sono le linee principali e di forza che costituiscono il disegno, altre potranno essere cancellate e la figura continuerà a manifestarsi sotto i nostri occhi. Ma l'albero non cresce in un paesaggio asettico. Facciamogli disegnare allora un paesaggio, prati, campi di fiori, colline e montagne che si fondono gli uni negli altri assieme all'albero. Già, perché la natura ingloba tutte queste parti e le fa diventare un corpo unico, luminoso e sfuggente perché l'atmosfera unisce tutte le cose.

Lavoro di Martino, I media. Disegno ispirato a Mondrian e Klee

Lavoro di Ginevra, I media. Disegno ispirato a Mondrian e Klee
I due disegni qui sopra hanno avuto come riferimento visivo l'analisi delle opere di Mondrian e dell'opera Ad Parnassum di Paul Klee.

Portando a riflettere maggiormente i ragazzi sull'interpretazione e sulla potenzialità del colore per stabilire rapporti di figura e sfondo e di espressività, non poteva mancare nel percorso il riferimento alle carte ritagliate di Matisse.

L'artista francese negli ultimi anni della sua vita ha dedicato molta attenzione all'interpretazione di giardini fioriti, di mondi marini, di piante colorate dalle forme strane...

Matisse, Achantes, 1953, carte ritagliate pitturate a guazzo

Lavoro di Davide, I media. collage, matite colorate




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